Situato all’inizio del paese, presso la Porta delle Pille, l’Oratorio di Sant’Antonio da Padova fu edificato nel XVII sec., come cappella dell’annesso Convento dei Ss. Francesco ed Elisabetta. Le cronache narrano che il complesso monastico, fondato da tre fanciulle, esponenti di famiglie facoltose della comunità, fosse abitato da una quindicina di suore francescane, addette alla conduzione di un conservatorio dove venivano educate trenta bambine di buona famiglia. Presso la cappella, il sacerdote Bartolomeo Dini fondò un beneficio con atto rogato da Ser Bartolomeo Pierucci del Colle di Buggiano. Pesante fu il tributo in vittime durante la pestilenza del 1631, in cui morirono la priora Tomasa Vanni e otto consorelle. Il Convento, assieme all’annessa cappella, fu chiuso nel 1785, in occasione delle soppressioni promosse dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo di Lorena. Il complesso fu incamerato, come accadeva, dal Demanio granducale e, poi, venduto a privati, che lo destinarono ad usi profani. Le reliquie di Sant’Innocenzo furono collocate nell’Arcipretura. Finalmente, nel 1840, l’allora arciprete di Uzzano, don Giuseppe Buongiovanni, decise di riacquisire la cappella e restaurarla. I lavori proseguirono fino al 1843, allorché la chiesa fu riconsacrata dal Vescovo di Pescia, Mons. Vincenzo Menchi, e intitolata a Sant’Antonio da Padova. L’interno, in stile barocco, è articolato in due aree distinte. La prima, indirezione della porta d’ingresso principale, è sormontata da un’altana sorretta da belle colonne in pietra serena, sopra la quale, dietro le grate, le suore assistevano alle celebrazioni. La seconda area, più sfogata verso l’alto, si trova nei pressi dell’altare e ha un soffitto a botte. L’altare maggiore, a muro, si presenta con una tela al centro e due statue ai lati, dentro delle nicchie, che rappresentano la Vergine e Sant’Antonio da Padova. Durante gli ultimi restauri, è stata rinvenuta l’originale coloritura dell’altare, pesantemente ritinto nel corso degli anni, con le colonne in finto marmo e toni pastello di squisita eleganza. Nella piccola sacrestia, arredata con mobili molto antichi contenenti altrettanto vetusti paramenti e suppellettili sacre, si può ammirare un bel pozzo in pietra serena, ritrovato molti anni orsono nel campo retrostante l’edificio sacro.

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