La Chiesa dei Santi Bartolomeo e Silvestro alla Costa di Uzzano compare, con la vicina chiesa di Uzzano, nel catalogo delle chiese lucchesi del 1260 come “rettoria di San Bartolomeo di Agosta”. Nei pressi, sorgeva un castello fortificato, con uno spedale dedicato a Santa Maria Maddalena, che ai primi del ‘200 divenne sede di “comune rurale”, poi accorpato al Comune di Uzzano.

Dipendente dalla Pieve di S. Maria in Pescia, poi dalla Rettoria dei Santi Jacopo e Martino di Uzzano, la chiesa della Costa nel 1408 fu unita alla chiesa di San Matteo di Pietrabuona, unione che però non durò oltre il 1422. Questa situazione giuridicamente anomala era diventata ormai insostenibile e ciò era dimostrato dal fatto che nel 1493 i Capitani di parte guelfa e gli “officiali” del Comune di Uzzano e Costa deliberarono di inviare a Firenze degli ambasciatori, appunto per definire la posizione di questa chiesa. Tuttavia essa continuò a far parte della Diocesi di Lucca fino al 1519, quando passò alle dipendenze della neonata Diocesi di Pescia.

Nel 1562, la chiesa divenne rettoria autonoma, in quell’occasione fu ricostruita la canonica, restaurato il campanile e rialzata la navata. Primo rettore fu Don Andrea Galeotti da Pescia.

La chiesa si presenta all’esterno in stile romanico, con rifacimenti del XVI-XVII sec. L’aspetto originario si può riconoscere nella parte inferiore dei muri esterni, costituiti da conci di pietra regolare. La parte rialzata è invece formata da pietre irregolari e mattoni. Nella facciata originaria possiamo osservare il portale sovrastato da lunetta, con affresco ormai perduto, una finestra ad occhio ora chiusa, un bassorilievo raffigurante un quadrupede con figura, degli archetti pensili su mensole scolpite, una testa di leone.

(Nella foto: la Divina Pastora)

L’interno è decorato secondo il gusto barocco. Si notino i due altari laterali, quello a sinistra dedicato al Sacro Cuore di Gesù e quello a destra alla Madre del Divino Pastore (popolarmente “Divina Pastora”). Quest’ultima è una graziosa statua vestita della Madonna risalente al XIX secolo, con manichino in legno, mani e volto di ceramica, che ai lati ha il Divin Figliolo, posizionato insolitamente in piedi, e un agnellino, tenuto con una funicella dalla Celeste Mamma. Si notino, poi, il pulpito e la cantoria, entrambi in legno con decorazione pittorica in finto marmo. Sotto la cantoria, a sinistra, il grazioso fonte battesimale con decorazioni in maiolica, risalente ai primi del ‘900 e opera di maestranze che probabilmente lavoravano alle vicine terme di Montecatini. Sopra la cantoria, non è più presente l’organo, gemello di quello di Santa Lucia, realizzato anch’esso da Emanuele Tofanelli di Viareggio e oggi ubicato nella Prepositura di San Michele Arcangelo al Ponte Buggianese. Al suo posto, è visibile la grande croce lignea con i segni della Passione, che fino a qualche anno fa si trovava all’esterno, sotto la tettoia semicircolare posta sul fianco della chiesa. parete destra, entrando, si trova un affresco di scuola toscana, risalente agli inizi del secolo XV, che raffigura la Vergine e santi. Notevole la collezione di pitture cinquecentesche, seicentesche e settecentesche lì presenti. Sulla parete sinistra, troviamo la tela San Michele Arcangelo che uccide il diavolo (1601) e la Natività della Vergine Maria (inizi XVII sec.), entrambe del pittore pesciatino di origini fiorentine Ippolito

(Nella foto: il crocifisso sull’altare maggiore)

Brunetti, che ha lasciato numerose opere nei dintorni, anche a Uzzano. Sull’altare maggiore, la tavola Vergine in trono tra San Bartolomeo, San Silvestro e altri santi (XVI sec.), di scuola fiorentina. Infine, sulla parete destra, raccolta in una cornice di stucco, la Madonna del SS. Rosario tra i santi Domenico e Caterina da Siena (XVIII sec.) di Giacomo Tais, pittore trentino attivo nel territorio pesciatino ai primi del ‘700. Ai lati del presbiterio, dentro delle nicchie, le statue lignee quattrocentesche di San Bartolomeo e San Silvestro, titolari della chiesa.

L’ultimo rettore stanziale della Costa è stato Don Pietro Luporini, che rimase lassù dal 1899 fino alla morte, avvenuta nel 1959. Da lì in poi, la parrocchia fu guidata dagli arcipreti di Uzzano fino al 1984 quando, con il nuovo Concordato, fu soppressa e il territorio accorpato a quella di Uzzano. La chiesa fu chiusa al culto e tale è rimasta fino al 1995, quando se ne iniziò il recupero grazie al gruppo di volontari degli “Amici di San Bartolomeo”. Furono riprese le antiche tradizioni della comunità e fu rifondata la Compagnia. In particolare, la festa per il patrono San Bartolomeo è divenuta un appuntamento molto sentito dai fedeli di tutta la zona, che sono soliti portare i propri bambini alla benedizione loro dedicata.

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