“Così questo paesino costruito lungo il Rio Furicaia, ad un chilometro da Pescia, ha l’ambito onore di chiamarsi S. Erasmo. Invano però lo cercheremmo sui dizionari di cultura, perché è così modesto da non possedere né un’insegna turistica, né una segnalazione stradale. I suoi abitanti, però, che per motivi di lavoro, per missioni religiose o militari, si recano altrove, lo fanno conoscere ed apprezzare con le parole, con l’esempio e con la loro laboriosità”. (Padre Mario Schiavelli, 1961)

L’Oratorio di Sant’Erasmo, anzi, come dicevano gli anziani, Sant’Erasimo sorge lungo la Via Lucchese, al confine tra i comuni di Uzzano e Pescia. La singolare posizione a cavalcioni del Rio Furicaia fa pensare che, originariamente, potesse sorgere in loco un mulino. Secondo la tradizione, la nobile famiglia Orlandi di Pescia attivò in questa località la prima tipografia della zona, alla metà del ‘400. Il piccolo edificio sacro fu edificato nel 1661 da Erasmo Orlandi, nei pressi del palazzotto di famiglia, che sorgeva posteriormente. Divenuto un possedimento del Capitolo della Cattedrale di Pescia, a cui appartiene tutt’oggi, l’oratorio custodisce sull’altare una preziosa tela cinquecentesca, raffigurante la Vergine Assunta fra i Santi Giuliano e Lorenzo, del pittore veronese Bastiano Vini, che fino agli inizi dell’800 si trovava in Duomo a Pescia. Il Can. Ferruccio Convalle, nativo della località, curò a proprie spese la ristrutturazione dell’edificio alla fine del XIX sec.

(Nella foto: l’asilo infantile di Eva Innocenti)

Nel corso del ‘900, due personaggi si sono legati indissolubilmente a questa chiesetta. Il primo personaggio è Eva Innocentini, una semplice donna del popolo, profondamente cristiana, che, avendo perso i figli Fernando, di otto anni, e Ademara, di sette, il 26 e 27 settembre 1918, a causa della terribile epidemia di “spagnola”, fece un voto alla Vergine Maria a seguito del quale decise di dedicarsi ai bambini degli altri, aprendo un asilo infantile presso la sua casa. La chiesetta veniva utilizzata come teatrino per le recite dell’asilo.

(Nella foto: Padre Mario Schiavelli)

L’altro personaggio fu Padre Mario Schiavelli, religioso salesiano nativo della borgata, che tanto si spese per la conservazione dell’oratorio e nel 1961, a tre secoli dalla fondazione, scrisse un libretto sulla sua storia. Nell’articolo de “La voce della Valdinievole”, 4 dicembre 1983, che annunciò la sua morte si scriveva:

“E’ morto Padre Mario Schiavelli

Nella città di Biella, è spirato il sacerdote salesiano Mario Schiavelli. Nato a S. Erasmo d’Uzzano nel 1902, ricevette il battesimo nella Cattedrale di Pescia. Divenne adulto, pur lavorando, si recava a prendere lezioni dall’Arciprete don Narciso Zari. S. Ecc. Mons. Angelo Simonetti, avendo scoperto in lui il germe della vocazione, lo affidò alle cure dei Salesiani, presso il collegio, da essi diretto, nella città di Casale Monferrato. A Torino, dopo aver terminato gli studi ecclesiastici nell’Istituto Internazionale, veniva ordinato sacerdote nella Basilica di Maria SS.ma Ausiliatrice, presso le spoglie di S. Giovanni Bosco. Assistevano alla sua prima messa, l’Arciprete di Uzzano don Gino Giuntoli ed alcuni parenti e amici. Ma la vera festa, che egli ricordava sempre con immensa gioia e come il giorno più bello della sua vita, fu proprio nella sua Chiesa parrocchiale alla presenza di tanto popolo e dei suoi genitori, commossi fino alle lacrime (…) Il campo delle primizie sacerdotali fu la città di Trino (VC), dove stette 17 anni e fu, a più riprese, direttore. Ma dove, nel pieno meriggio del suo apostolato, esplicò la missione fu a Casale Monferrato, come direttore prima, come parroco della Basilica del S. Cuore, dopo. I suoi parrocchiani lo ricordano ancora con affetto (…) Gli anziani di Uzzano lo ricordano ancora, quando da chierico, durante le vacanze estive, saliva a Uzzano per insegnare canto, dopodiché sedeva sull’erba della piazza antistante la chiesa e, circondato da fanciulli e non fanciulli, raccontava le interminabili novelle dei Fratelli Grimm e i fatti più belli della vita di Don Bosco. Da sacerdote faceva pure le sue visite rituali al Signor Arciprete, ai parenti e agli amici. Si prestava volentieri per le funzioni, predicava nelle varie circostanze; volentieri celebrava la Messa della Prima Comunione e partecipava alla processione eucaristica. Prendeva sempre parte alle vicende liete e tristi del paese e per tutti aveva una parola di compiacimento e di conforto (…) Ora la sua salma riposa a Biella (…)”

 

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