Eva Innocentini nascque il 30 ottobre 1884 a Uzzano, nella frazione del Botteghino, dal mugnaio Innocenzo e dalla “setaiola” Severina Giuliani. Fu registrata come Eva Ezilda Maria. Nell’archivio della parrocchia di Uzzano, si allude a una provenienza del padre dallo “Spedale di Pistoia”, in quanto orfano o trovatello. Eva ebbe una sorella, Annita, di due anni più grande, che morì nel 1910, nemmeno trentenne. La madre Severina, rimasta vedova, si risposò con Giovanni Incerpi fu Ferdinando, con il quale ebbe un altro figlio, Adolfo. Eva conobbe un giovane di Pescia, Benedetto Nucci, detto Angelo o Angiolino, con il quale contrasse matrimonio il 18 gennaio 1909. Angiolino era titolare di un biscottificio artigianale, che si trovava presso la loro abitazione poco distante dall’oratorio di Sant’Erasmo, nella frazione del Botteghino. Il 12 luglio 1910, Eva e Angiolino conobbe la gioia della maternità, grazie alla nascita del primogenito Fernando. L’anno seguente, il 17 giugno, ebbero la piccola Ademara. La gioia dei due coniugi durò poco, l’influenza “spagnola” dilagò in tutta Italia e anche a Uzzano. I piccoli Fernando e Ademara si ammalarono gravemente e morirono entrambi, uno il 26 e l’altra il 27 settembre 1918, lasciando i genitori nello sgomento.

Eva seppe reagire con una forza incredibile a una simile tragedia. Dotata di una profonda fede cristiana, emise un voto alla Madonna, con il quale impegnò se stessa e il marito Angiolino nella cura di qualsiasi bambino venisse loro affidato. S’inaugurò così l’esperienza dell’asilo di Sant’Erasmo. Fu un’iniziativa che ottenne il sostegno dell’arciprete di Uzzano, sotto la cui giurisdizione ricadeva la località di Sant’Erasmo. Per circa quarant’anni, le famiglie del luogo inviarono i loro bambini a casa di Eva e Angiolino. Lì, i piccoli potevano divertirsi con giochi molto semplici, accuditi dalle amorevoli cure di Eva. Le merende erano altrettanto semplici, fagioli cotti da mangiare uno alla volta con un pizzico di sale, talvolta qualche biscotto. I più grandi fra loro venivano responsabilizzati a occuparsi dei più piccoli. Spesso venivano messe su piccole recite utilizzando l’oratorio di Sant’Erasmo come teatro improvvisato e organizzate scampagnate sulla collina. Eva aveva la custodia dell’oratorio di Sant’Erasmo e provvedeva alla sua preparazione in vista delle celebrazioni liturgiche. Nello stesso luogo, Eva inoltre teneva le lezioni di catechismo, la “dottrina” come si diceva all’epoca, per i bimbi che si preparavano alla Prima Comunione e alla Cresima, in modo che non dovessero inerpicarsi fino alla chiesa di Uzzano Castello. Rimasta vedova nel 1958, Eva morì all’ospedale di Pescia il 3 giugno 1967.

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